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Prima dell'alba

Trapunta di sogni, serena e sublime,
placida il guardo volgea ormai a levante
l'argentea sovrana del cielo, che imprime
agli artisti l'idea del Bello elegante:

il cavalier mascherato trottando
stava sul nobil, fidato destriero,
in cor rallegrato da come scemando
stesse il notturno vel di mistero.

Ed ecco che apparve radiosa un'imago
che d'Artù la sorella aver evocato
con mistico arcano parea dal suo lago
tant'era inaudito quel fascino aurato:

sotto la luce astrale brillava
gentile un messere, che subito caro
fu al cavaliere, siccome irradiava
serena virtude il sorriso suo raro.

I bei crini biondi, dal ciuffo galante,
movea lievemente notturna la brezza,
qual balsamo magico che ad anima amante
rende la gioia dopo ogni tristezza.

L'un guardò l'altro con attenzione
ed il cavaliere financo favella
solo con somma concentrazione
invenire poté per creatura sì bella:

discorser con garbo di mille soggetti
ai più sconosciuti e poco trattati,
di come su macchine stian pinguinetti
che computi fan celermente e fidati.

Non poco stupito fu il cavaliere
nel sentir che colui parlava sì bene,
al fascino unendo intelletto e mestiere,
timido e dolce, qual si conviene.

Ma fatali echeggiaron da torre lontana
dell'ora rintocchi fugaci che in schiere
l'inizio annunciavan dell'opra mondana,
sì che compunto parlò il cavaliere:

«O gentil, che d'un prence l'idea mia rifletti,
deh porgi ascolto ad un core solingo,
che pure già alberga per te cari affetti
dai quali sincero un canto qui attingo;

salutarti m'è forza, ché in altro loco
la mia presenza a quest'or si domanda,
eppur bramerei con te ancora un poco
discorrere in questa sì gelida landa:

conoscerti meglio, senza insolenza,
mi piacerebbe ed insieme capire
se più gioiosa a noi l'esistenza
render potria i nostri fati riunire.

Se molto ti dissi, infine pur taccio,
versi lasciandoti ai quali pensare,
ed a tua risposta attento mi faccio,
se mai mi dovesse, come spero, arrivare».

Pria di partire gli porse la mano
e l'altro, gentil, con entrambe la strinse:
avria allora eterno, dal tempo lontano,
voluto quel quadro che Amore gli pinse.